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Crown
Jewels Linoleum Thunderdog 1998 Qualche credenziale sciorinata per inquadrare degnamente il gruppo in questione, credo pressochè sconosciuto dalle nostre parti. L'ossatura è costituita da una coppia di fratelli, Steve e John Conte, due "brutti ceffi" con una evidente affinità con il nostro paese che provengono dai dintorni di New York e che masticano musica fin dalla tenera età, quando a nove anni incidono le loro prime canzoni nella loro cameretta di casa. Accompagnano presto gli shows della madre, una vocalist jazz e diventano quindi dei rodatissimi sessionist per gente come David Bowie, Maceo Parker, Peter Wolf e Willie Nile (Steve lo si è avvistato dalle nostre parti proprio nell'ultimo tour di Nile)...niente male come gavetta! Poi formano un combo rock-blues, i Company of Wolves ed approdano finalmente al progetto attuale, i Crown Jewels, che debuttano nel '96 con Spitshine. Il disco si distingue per un forte carattere rock, sulla scia di band come i Black Crowes e palesa soprattutto le influenze "hard" della band. Lineoleum è il disco che sfonda le porte della critica ai ragazzi: Musician li include nei dieci migliori gruppi senza contratto, Billboard tra i migliori talenti del '99 ed altre riviste salutano con piacere il rock'n'roll arioso e frizzante dei ragazzi. Con una qualità sonora ed una produzione da major, Linoleum sposta il baricentro della loro musica verso un pop-rock chitarristico accattivante e melodico, dal piglio radiofonico mai banale o ruffiano. L'espressiva voce di Steve Conte e le sue nervose chitarre sono il punto di forza del lavoro in questione: Lovers on earth è esemplificativa del loro stile rock radiofonico, con quell'impasto di melodia ed elettricità a guidare la canzone. Toughest girl in the neighborhood ha tutte le caratteristiche del singolo e stesso discorso va fatto per la successiva Last confession: pop-rock dalle timbriche stradaiole, che si piazza dalle parti di Gin Blossoms, Toad the Wet Sprocket, Soul Asylum e di tutte quelle guitar-band troppo soft per il mercato alternativo e troppo "dure" per i gusti del grande pubblico. He's so zen richiama un poco le coordinate sonore dei Replacements, mentre nei momenti più riflessivi, come nell'ottima ballata Strawberryvelvetfiftycentshoes (si scrive proprio così...) o in Heart shaped glasses si approda ad un folk-rock che ha nei Counting Crows un sicuro punto d'aggancio (d'altronde Steve collabora con i Mr.Henry, altra band newyorkese affine ai Crows). |