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This Is the Kit
Off Off On
[Rough Trade 2020]

Sulla rete: thisisthekit.co.uk

File Under: indie folk (rock) ladies


di Fabio Cerbone (18/11/2020)

Placide onde elettro-acustiche e piccoli scarti ritmici, delicatezza folk che incontra il linguaggio attuale dell’indie rock, ma conserva al tempo stesso un suadente incedere pop: sono solo alcune delle suggestioni che attraversano l’amorevole costruzione del nuovo album di This is The Kit, creatura artistica nata intorno alla voce e alle canzoni di Kate Stables, musicista inglese dallo spirito errante. Un disco registrato fra le brume del Galles, in un cottage isolato nella campagna, e poi completato presso i famosi studi Real World nel Wiltshire, sotto la guida del produttore e musicista Josh Kaufman (membro di Muzz, Bonny Light Horseman, già al fianco di Josh Ritter). Un nome quest’ultimo che va speso accanto a quello della protagonista, perché i suoni e gli arrangiamenti di Off Off On sono centrali per sviluppare la sua bellezza sospesa e concorrono insieme ai sussurri e all’emotività della voce di This is The Kit alla riuscita dell’album.

Kate Stables non arriva impreparata all’appuntamento con queste canzoni, in gran parte concepite nei ritagli di tempo dell’ultimo tour dei National, dove ha partecipato in qualità di corista e membro aggiunto (presente anche nelle incisioni di I Am Easy to Find). Sono l’evoluzione di uno stile che l’artista di Winchester, Inghilterra, ora residente a Parigi, sta affinando da un decennio: l’esordio del 2008, la vera ribalta nazionale ottenuta grazie a Bashed Out del 2015, con la produzione di Aaron Dessner dei citati National, quindi la firma con la Rough Trade, per cui pubblica l’apprezzato Mooshine Freeze nel 2017. Nel frattempo riconoscimenti e collaborazioni live, tra le quali Sharon Van Etten e Iron & Wine. Quest’ultimo sembra essere un personaggio chiave per introdurre il mood musicale di Off Off On, accostabile all’indie folk dell’autore americano, seppure con una personalità che non teme confronti: dai sapori ammalianti di una Found Out che pare attingere alla memoria del folk inglese per aggiornarla, e approdando quindi agli impulsi sognanti di Started Again e di una più sinuosa e tradizionale (anche un banjo a incrociare l’ordito delle chitarre) This is What You Did, tra i vertici del lavoro.

Sofisticata e tenue, This is The Kit annoda melodie dolcissime e sospese insiema all’invenzione continua nell’allestimento musicale di Kaufman e dei collaboratori (gli storici compagni Rozi Plain al basso e Jesse D Vernon alle chitarre e tastiere, cui si aggiungono Neil Smith, chitarre, Lorenzo Prati, sax e Jamie Whitby-Coles alla batteria), tirando fuori dal cilindro il rincorrersi fluttuante di voci, chitarre, fiati e ritmiche di No Such Thing e Coming To Get You Where, la jazzy e irresistibile Slider, fino al gioiello Carry Us Please. La coerenza sonora di Off Off On, l’inseguirsi armonico delle sue canzoni, spesso incentrate sulle correnti dell’anima di Kate Stables, sulle sue ansie e le sensazioni di panico, come le ha descritte la stessa protagonista, rappresentano il valore aggiunto del disco, una fragilità che diventa così un punto di forza: chi è rimasto affascinato in questi anni dal lavoro di Anais Mitchell (come non evocarla, pure nelle differenze vocali, tra le movenze acustiche della title track o di Shinbone Soap), o dalla recente creatura dei Bonny Light Horseman (il finale di Keep Going) ritroverà qui il medesimo scintillio.


    


<Credits>