| | Rusties
Dalla
polvere e dal fuoco
[Hard
Dreamers/ IRD 2015]
www.rusties.it
File Under:
traduzione rock
di
Fabio Cerbone (23/01/2015) | |
È un approdo del tutto naturale questo Dalla polvere e dal fuoco,
primo disco in lingua italiana per i Rusties. Avviata la loro storia artistica
come band tributo a Neil Young, non sorprende infatti che il passo verso il nuovo
vocabolario avvenga con una accurata selezione di cover dal mondo pop rock (la
famosa The Logical Song dei Supertramp diventa Canzone
Logica) e folk nord-americano, tra cui ricompare lo stesso Young (la
più fedele Powderfinger, che dà il titolo al disco, e una meno scontata
La "Signora", ripresa di The Old Laughing
lady), tradotte con affetto, ricerca e attenzione dei particolari.
Nel
mezzo di questo passaggio ci sono stati però Move
Along e Wild
Dogs, lavori di materiale originale in inglese senza i quali non
si comprenderebbero le ragioni dell'esistenza stessa dei Rusties, certo una formazione
che non si è fermata al semplice omaggio, ma ha voluto mettersi alla prova - con
risultati di crescente interesse, va sottolineato - misurandosi sul terreno rock
dagli influssi "settanteschi" in cui è maturato il gusto musicale di Marco Grompi
e Osvaldo Ardenghi, principali animatori del progetto. Dalla polvere e dal
fuoco dunque appare come un compromesso o forse meglio un passaggio per
una rinnovata dimensione della band bergamasca, di cui si dovrebbero scoprire
le carte nei prossimi mesi, come loro stessi hanno annunciato. Nel frattempo queste
nove traduzioni convincono soprattutto nella coesione d'insieme, per temi (non
pare casuale la scelta di brani con un carattere sociale e spesso "politico",
visti i tempi che viviamo) e ovviamente sonorità, anche se è ragionevole constatarne
un'alternanza di sensazioni, più e meno riuscite.
Piace senz'altro l'intenzione
di non fermarsi a scelte banali, per cui aprire con Ombre
all'orizzonte (Ghosts Along the Border di Chris Eckman dei Walkabouts)
e ripescare una brano dei Willard Grant Conspiracy (The Trials of Harrison Hayes
che diventa Le intenzioni di Harrison Hayes)
segna un punto a favore, dentro un suono folk rock elegante, accresciuto dai misurati
interventi di Massimo Piccinelli al piano e Jada Salem al violino. Interessante
anche la scelta di affrontare il non facile repertorio di John Martyn (Solid
Air è materiale che scotta, un capolavoro inaviccinabile o quasi, che qui
viene un poco addomesticato) e il troppo spesso dimenticato Bruce Cockburn, quest'ultimo
addirittura con due brani: Se solo avessi un lanciarazzi
(If I Had a Rocket Launcher) accenna un tono più rock, ma ha qualche affanno nelle
resa vocale in italiano, mentre più riuscita appare la dimensione acustica e raccolta
di Dentro la gabbia (Pacing the Cage). Chiusura invece affidata alle dolcezze
west coast di Tienimi con te, la commovente
Keep Me in Your Heart dal canto del cigno di Warren Zevon.
Se tutto questo
consapevole lavoro di riappropriazione delle loro fonti musicali rappresenti una
premessa per una nuova svolta nella storia dei Rusties, restiamo curiosi in attesa
degli sviluppi.
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