inserito 20/10/2010

Lowlands
Gipsy Child
[Gipsy Child  2010]



Ripartono dall'uggiosa atmosfera folk di una toccante Gipsy Child e chiudono sulle note acustiche e il violino rootsy di Blow Blue Wind Blow i Lowlands, dando l'impressione frettolosa di essersi completamente convertiti ad un songwriting introspettivo, malinconico, maturando sempre di più le attenzioni intorno ai testi di Edward Abbiati. Non è così evidentemente, perché nel mezzo dei due poli il secondo lavoro della band pavese (terzo in verità se si tiene conto del breve ep di raccordo pubblicato lo scorso anno e già foriero di qualche cambiamento ed evoluzione) è un torrente in piena che trascina le diverse passioni dei musicisti coinvolti…loro sono in sette, a cui si aggiugono amici ed ospiti in un baccanale che trasforma Gipsy Child, il disco, in una sorta di opera corale. Rinunciando forse ad un briciolo della profondità e della definizione che arricchiva di un respiro internazionale l'esordio The Last Call, ma guadagnando forse in "sporcizia", sostanza e verità, i Lowlands del nuovo corso suonano più una band e meno una coalizione nata intorno alle canzoni del leader Edward Abbiati.

Il suono ruvido che traspare già nella seconda traccia Only Rain, carica di elettricità fra Replacements e uno Springsteen particolarmente accorato, ci racconta di un disco magari imperfetto ma sincero, che percepisci vicino al cuore di questi ragazzi. Lo ridadiscono il folk rock a perdifiato di Between Shades and Light o meglio ancora l'unico brano firmato da Abbiati in compagnia di un altro autore, l'amico Tim Rogers degli australiani You Am I, anche seconda voce nella baraonda rock di Gotta Be (Something Out There). La concezione del disco è ancora una volta condivisa con musicisti stranieri, anime gemelle incontrate lungo la strada: Chris Cacavas cura il missaggio e presta cori e organo, Richard Hunter cuce nuovamente un cameo all'armonica, Mike Bremmer lancia strali alla lap steel in diverse occasioni, facendosi notare soprattutto nella coda finale dell'arrembante Life's Beautiful Lies, Amanda Shires presta voce e violino nella citata, dolcissima ballad country Blow Blue Wind Blow.

Questa volta però la sensazione è che siano solamente timidi ritocchi, abbellimenti che non privano di essenza il talento dei Lowlands, loro davvero protagonisti insieme alla penna di Abbiati. Il suo sguardo sempre molto irrequieto, malinconico, capace di gettare lo sguardo nel buio, ai margini, produce autentiche gemme tra le quali spiccano la stessa title track e una zingaresca Cheap Little Paintings, melodia struggente giocata sul piano di Stefano Brandirali e l'accordion di Francesco Bonfiglio. Le generosità dell'approccio può forse, come anticipato, trascinare a tratti la band verso un'imprecisione che fa chiudere troppo in fretta Street Queen e Without a Sight, episodi meno definiti e più di istinto, anche se si tratta di difetti superficiali. Nella visione di insieme Gipsy Child è invece un album che testimonia con autenticità assoluta la "crescita in pubblico" dei Lowlands, la loro esperienza on the road, confermandoli tra le migliori realtà del genere apparse in Italia in tempi recenti.
(Fabio Cerbone)

www.lowlandsband.com




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