Quando nell'ottobre del 2008 John Mayall annunciò lo scioglimento dei Bluesbreakers
e l'intenzione di rallentare il ritmo della sua attività musicale, si pensava
che il padre del blues britannico si sarebbe concesso un lungo periodo di riposo.
In realtà dopo qualche mese di pausa il musicista formò una nuova band per incidere
Tough con il chitarrista texano Rocky Athas (suggerito dal precedente axeman Buddy
Whittington), il bassista Greg Rzab e il batterista Jay Davenport. Questa band
si è dimostrata solida e stabile, crescendo nel tempo e ridando a Mayall entusiasmo
e voglia di registrare. Così l'anno scorso è uscito A
Special Life prodotto da Eric Corne e adesso questo Find A Way
To Care, sempre con la stessa formazione e lo stesso produttore. Inoltre
qualche mese fa dagli archivi del musicista è stato pubblicato il brillante Live
In 1967 con Peter Green.
A quasi 82 anni, John ha ancora un'energia e
una vitalità pazzesca con più di 50 date già fissate tra settembre e novembre,
quasi senza pause. E non si limita a suonare: prima e dopo i concerti si occupa
direttamente della vendita del merchandising, firmando dischi e salutando gli
appassionati con una disponibilità e un'umiltà ammirevoli. La cosa più sorprendente
è la qualità di Find A Way To Care, un disco di blues come se ne ascoltano pochi.
Blues inglese classico, ma non solo, venato maggiormente di soul rispetto al passato
per la presenza di una corposa sezione fiati e illuminato dall'armonica, dal piano
e dall'hammond del leader (in primo piano rispetto ad altre occasioni), con un
suono morbido e accattivante, mentre la presenza di Athas sembra più discreta,
ma emerge nella seconda parte dell'album, dimostrando la maturazione del chitarrista
texano. Per non parlare della voce, ancora fresca come negli anni sessanta e non
certo per merito di trucchi in sala di registrazione, visto che il disco è stato
registrato in una settimana negli House Of Blues Studios di Encino in California.
Dodici brani, cinque autografi e sette covers scelte e arrangiate con
il consueto gusto, compongono un dischetto che si può considerare tra i migliori
del musicista britannico dell'ultimo ventennio. L'eccellente opener Mother
In Law Blues, con il piano e l'armonica in evidenza, il soul The
River's Invitation di Percy Mayfield con i fiati in ritmica e un hammond
anni sessanta e la ritmata Ain't No Guarantees sempre con l'hammond in
evidenza tracciano un percorso che si snoda fino al conclusivo blues pianistico
Crazy Lady e nel quale spiccano la title track tra soul e blues, prima
traccia con la chitarra solista, l'esemplare cover dello slow Long Distance
Call di Muddy Waters, la morbida Ropes And Changes composta da Mayall
con il bassista Greg Rzab, arrangiata con encomiabile classe e semplicità e il
fluido up-tempo Long Summer Days nel quale
brilla il piano del musicista britannico. Un'aggiunta per nulla secondaria a una
discografia che conta 63 titoli (almeno secondo il sito ufficiale) in cinquant'anni
di attività…in attesa del prossimo!