inserito 02/12/2010

Charlie Musselwhite
The Well
[
Alligator  
2010]



Quello che ha finito per rappresentare Charlie Musselwhite per il blues non è affatto scontato: non sono molti i personaggi che hanno trascorso indenni i lustri mantenendosi sempre al passo con i tempi, finendo per divenire figure di culto e al tempo stesso attuali a tutti gli effetti. Quelli come lui, ribadiamo, non sono molti; personaggi rilassati ma inquieti, gente che sperimenta in continuazione, con grande coerenza, portando risultati estremamente consistenti, in linea certo con la tradizione. Hanno suonato con tutti e visto di tutto, intrattenuto corpose platee come quelle intime dei bar; sono capaci di fare quattro chiacchiere nei backstage dei blues festival più periferici, non sono mai divenuti rock star, ma sono rispettai da tutti. Nella fattispecie, ci siamo lasciati coinvolgere da Charlie Musselwhite fin dall'inizio della sua carriera, da Stand Back e per tutto il periodo in cui "il colore della pelle contava eccome"; siamo rimasti definitivamente affascinati da quello che ha fatto negli ultimi dieci quindici anni, con dischi come Continental Drifter, Sanctuary, Delta Hardware, o il mai troppo considerato Darkest Hour, gioiellino acustico. Charlie occupa una sezione non troppo distaccata dell'arte più pura, con il Tom Waits di Mule Variations, i Blind Boys che comparvero proprio in Sanctuary, e tanti altri, in altre parole rientra in quella ristretta cerchia di personaggi straordinari; ne sa qualcosa il "nostro" Fabrizio Poggi.

The Well è a suo modo un disco straordinario, all'insegna della sobrietà, che sancisce il ritorno in grande all'Alligator di uno dei migliori armonicisti di sempre (nonché eccellente songwriter). Charlie, in compagnia di Dave Gonzales alla chitarra, John Bazz (Blasters), basso e Stephen Hodges, batteria, gioca con le cose più classiche e seminali, laddove non basilari, lo splendido shuffle Sad And Beautiful World (con Mavis Staples) il "chicago" di Clarksdale Getaway, il racconto personale Cook Country Jail, il bellissimo lento Good Times ("tutti ci domandiamo qualche volta dove sono finiti i tempi buoni"), per il quale si cimenta alla chitarra. Eppure si sente costante il tocco dello sperimentatore puro, quel che di originalità assoluta che non riguarda solo le improbabili posizioni delle armoniche che usa.

The Well è un disco costruito in gran parte su storie vissute in prima persona: la voce di Musselwhite in Rambler's Blues, Dig The Pain, dalle leggere atmosfere jazzy (complice una liquida chitarra), The Well, in Just You Just Blues è quanto mai rilassata, eppure, ancora una volta, inquieta. "Qui stiamo suonando un blues ma non sai quello che ti può capitare", sembra voler dire. Ti puoi ricavare un intero universo semplicemente tracciando con la matita una linea verticale lungo la track list: un universo fatto di ramblers, Highway 61, Cadillac che transitano per Clarksdale, cook country jails, hoodoo, voodoo, tutte vicende che stanno alle porte di Kosciusko; fino alla conclusiva Sorcerer's Dream, forse il brano più bello del disco.
(Roberto Giuli)


www.charliemusselwhite.com
www.alligator.com



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