La rivisitazione (e l'aggiornamento possibile) della West Coast più sognante
e del pop più maturo degli anni '70 prosegue nell'opera di John Stirratt e Pat
Sansone, animetori principali di un progetto, Autumn Defense, che segue
un percorso naturale di affrancamento dalle loro attività principali (Wilco, naturalmente,
per Stirratt, e parecchi side project e collaborazioni sparse per Sansone). Once
Around si conferma dunque non solo uno sfogo necessario per il songwriting
della coppia, bisognosa evidentemente di un suo spazio vitale dove far fiorire
le passioni per una lontana stagione musicale, ma anche la quarta tappa di una
discografia che li pone attualmente fra i più credibili testimoni di un certo
recupero stilistico. È lo stesso che infondeva piacevolmente le pagine dell'omonimo
precedente album, forse il punto più alto e interessante della loro carriera,
che oggi vira verso una forma di ballata più edulcorata, perdendo un poco del
magnetismo delle registrazioni precedenti.
Non è un tonfo nel vuoto questo
Once Around, ancora una volta antologia di suoni e carezze da manuale, dove le
armonie impeccabili del duo si fondono con chitarre acustiche e melodie che sgusciano
fra i vinili di America, Graham Nash, George Harrison, fino a lambire un brit
pop esuberante, riassunto nella contagiosa The Swallows
of London (più o meno gli Smiths se fossero nati in California...).
E tuttavia Stirratt e Sansone, nuovamente attorniati dai colalboratori Brad Jones
e Chris Carmichael (ma compare anche Glenn Kotche alle percussioni e il
cerchio verso i Wilco si stringe inesorabilmente), si concedono questa volta un
po' di accademia in più, probabilmente sicuri dei loro mezzi di scrittura. Non
si può certo dargli torto, ascoltanto la perfezione beatlesiana di Back
of My Mind e i suoi irresistibili falsetti nel ritornello, oppure scivolando
con lentezza verso i colori sgargianti di Tell Me What
You Want e Every Day, due dei potenziali
singoli di Once Around, nonostante il disco sia nel complesso più adagiato sulle
mezze tonalità, su ballate dalle cadenze rilassate, che tendono forse a trasformarlo
in un'opera fin troppo omogenea.
Prendete ad esempio
Allow Me o la stessa title track e le sue spirali acustiche; e ancora
la delicata, sospesa melodia di The Rift;
una Step Easy che è purissimo easy listening
sbucato dal primo lustro dei 70s; i sussurri di Don't
Know fino alla tenera pasta di There Will
Always Be a Way in chiusura, tutte possiedono nella visione d'insieme
una classe infinita nell'incastrare e suscitare ricordi, versi, musica, ma soffrono
pure di un contegno, una regola quasi orchestrata a tavolino. Avremmo preferito
forse un pizzico di coraggio in più, dopo che le qualità autoriali di Stirratt
e Sansone erano già state ampiamente dimostrate nelle passate pubblicazioni. Così
Once Around rischia di passare per un gradevolissimo amarcord, quando in realtà
il potenziale degli Autumn Defense sembrava poter essere maggiore. (Fabio
Cerbone)