inserito 26/08/2009

The Farmers
Fulmination
[
Furrow of Love Recordings  2009
]



C'erano una volta i Beat Farmers, "avanguardia" del cosidetto rock delle radici che fu, come un tempo si usava declinare il contemporaneo stile Americana. Altre storie, altre generazioni alle prese con il passato da rivitalizzare: la California dei primi anni 80 era una specie di campo aperto e fra "racconti dal nuovo West" e vecchi furgoni lanciati a rotta di collo sull'autostrada del rock'n'roll, i sobborghi di Los Angeles (e di San Diego, luogo di origine dei nostri) si riempivano di nomi nuovi ed eccitanti. Sono trascorsi quasi tre decenni, i Blasters si riformano di tanto in tanto per un tour, i Los Lobos tengono duro, gli altri hanno carriere soliste, ma pare che Jerry Raney non voglia mollare il colpo. Nel frattempo i vecchi compagni lo hanno lasciato solo: Country Dick Montana è stato il primo a fare i bagagli per l'altro mondo, come era logico attendersi visto il suo carattere selviaggio, lo sfortunato Buddy Blue lo ha seguito in anni recenti ed oggi il "beat" è scomparso per lasciare posto ai soli Farmers.

Fulmination rimette insieme i pezzi di una rock'n'roll band che di fatto non esiste più, grazie al basso di Chris Sullivan e alla batteria di Joel Bongo Kmack, più la presenza al canto di Corbin Turner ad affiancare il solo Rainey. Non è esattamente la stessa cosa, si sarà capito, ma spazi di manovra potevano ancora esserci. Invece Fulmination è una raccolta sbiadita e raffazzonata di rock blues tagliati con l'accetta, rock'n'roll fatto in cantina si, ma con le idee lasciate chissà dove, avanti a tentoni e speriamo di salvarci la pelle. Il produttore Sven-Erik Seaholm aggiunge una tastiera quando occorre, chiama a raccolta un violino e un accordion, prova insomma a inventarsi un diversivo, ma da East Country Woman alle rocciose Flyin' Man e Mr. Dynamite, fra il suono pulp e imbottito di riverberi di Come over here e il pigro roots rock che spinge a fatica il motore di Walkin' Back to lakeside, i Farmers annaspano in un mare di canzoni mediocri.

Mexicali Night dovrebbe spezzare l'atmosfera pesante, ma si risolve in una pallida imitazione (compresa la voce) di certe bislacche sortite del compianto Dick Montana, per riprendere in fretta la strada di un rock tutto nervi (l'inutile strumentale Cantaloupe moon, e ancora It's Coming) che a detta dei Farmers dovrebbe ispirarsi a Bo Diddley, Creedence e Yardbirds ma finisce per assomigliare soltanto ad una parodia tutta ritmo, sudore e birre al bancone del bar (l'insulsa Aw Man, C'mon! nel finale, davvero imbarazzante). Spiace in fondo vedere scivolare il nome di Rainey e dei Beat farmers in questa pantomima, anche perché non saranno mai stati dei fuoriclasse, ma avevano passione e coraggio dalla loro parte: qui c'è solo l'esigenza di tirare a campare.
(Fabio Cerbone)

www.thefarmersmusic.com


<Credits>