EvilMrSod
Devil's Right Hand
[Artfull
Sounds/ Cargo 2009]
In Little Town si chiede se mai troverà
un giorno la sua casa: nato in una piccola città, partito in cerca di
fortuna per la grande metropoli, folgorato sulla via del rock'n'roll.
Pablo Ramón Rodriguez Rivero, in arte EvilMrSod, è a tutti gli
effetti un hobo moderno, orginario di Tenerife, da anni residente a Berlino
e in qualche modo figlio del mondo, girovago per istinto sui palchi di
mezza Europa, collaboratore in ultimo di Dallas Kincaid e Stephan Imobersteg,
sconsociuti musicisti rispettivamenbte francesi e svizzeri con i quali
EvilMrSod si è prodigato in session e nuove registrazioni. Qui parliamo
della sua ultima uscita discografica, la quinta in ordine di tempo a partire
dal 2003: Devil's Right Hand (ricordate cosa cantava Steve
Earle?) risale al 2008 ma trova un piccolo spazio su queste pagine proprio
in previsione dell'imminente tour italiano nella seconda metà di novembre.
Un segnale che è anche l'ennesima occasione per ribadire la vivacità di
una presunta o meno scena europea, dedita alla rilettura personale dei
linguaggi folk, blues e country.
Dentro questo calderone è naturale includere anche la musica di EvilMrSod,
in realtà combattuta con uno spirito punk: nell'approccio a bassa fedeltà,
nello spirito indipendente, nella stessa qualità irriverente dei testi.
I punti di riferimento sono evidentemente l'oscurità e i tormenti del
blues, l'immagine un po' "outlaw" mutuata da Johnny Cash e dai non allineati
del country, così come li potrebbe interpretare un giovane musicista che
non si cura dell'effetto un poco naif e ingenuo delle sue liriche. È l'esito
del rock'n'roll acustico di Girl with a Gun,
di titoli quali Home Made Drugs o
Party With Lucifer, che potranno
anche strappare un sorriso ma convogliano comunque un'energia contagiosa.
Interessante soprattutto la filosofia del "less is better", una gestione
solitaria che nel caso di EvilMrSod significa suonare gran parte delle
chitarre e cercare interventi mirati all'armonica, alla tromba (nella
waitsiana They Call Me Evil), al pianoforte.
In alcuni casi spuntano impreviste perle blues (il battito rurale di Cutting
Lies Blues e l'ironica You're the
Best Shit I've Found), persino un po' misteriose e dark (Last
day on Earth e il malinconico lamento di Jesus
Left Me Alone), fino ad approdare al cuore di un autentico
folksinger quando I Sold My Soul to Rock'n'roll
intona un sincero tributo a questa musica con le armi di un menestrello.
E se i testi, come anticipato, soffrono di una spontaneità quasi ingenua,
ci si può consolare con un cotenuto musicale variegato, che rasenta con
efficacia una forma di ballata pop acustica (The
Backstage Queen), nonostante non sempre i risultati siano perfetti.
Manca forse nella libertà di EvilMrSod la direzione di un produttore e
quei mezzi in più che potrebbero far compiere un salto di qualità alle
sue canzoni, a tratti dannatamente piacevoli eppure sempre troppo imperfette
e sguscianti per convincere del tutto: a suo modo un segno di sincerità
dell'artista. (Fabio Cerbone)