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Steve
Wynn
Crossin Dragon Bridge
[Blue
Rose/ IRD
2008]
La svolta “europea” di Steve Wynn ha qualche precedente che merita
di essere spiegato. Il suo ospite a Ljubljana, terra di Slovenia, è stato
Chris Eckman che proprio lì ha trovato una nuova patria. Con i
Walkabouts aveva già esplorato i territori contigui tra il rock’n’roll
e i contorti sentieri dell’Europa, precisamente a partire dall’affascinante
Train Leaves At Eight (Glitterhouse, 2000) e Steve Wynn ha seguito, quasi
per inerzia le stesse mappe. Anche se la prima canzone di Crossing
Dragon Bridge, l’eccentrica Manhattan
Fault Line, richiama, già nel titolo, New York City, tutto
il disco è un compromesso con le radici rock’n’roll di Steve Wynn e la
volontà di sperimentare senza necessariamente rientrare in qualche schema.
A livello concettuale, e forse qualcosa di più, Crossing Dragon Bridge
condivide molte delle impostazioni di Magic di Bruce Springsteen (compresa
la bella Bring The Magic la cui assonanza
va ben oltre il titolo). Anche qui il songwriter ha la meglio sulla sua
rock’n’roll band: gli amici e i compagni di sempre (Kirk Swan,
già chitarrista dei Dumptruck, Chris Cacavas, ex Green on
Red, la compagna Linda Pitmon e lo stesso Chris Eckman) sono giostrati
insieme agli archi, agli effetti, ai bassi e alle batterie elettroniche.
Però Steve Wynn invece di virare verso i Beach Boys o Phil Spector si
avvicina coraggiosamente a Goran Bregovic (When
We Talk About Forever e Wait Until
You Get To Know Me) o persino Fabrizio De Andrè (Punching
Holes In The Sky) per raccontare un mondo sospeso tra sogno
e amore, speranza e decadenza e infine travolto dalle guerre e dalla morte
di sempre. Se le chitarre di I Don’t Deserve
This non sono più quelle di Here Come The Miracles, e sono
più vicine a quelle di Last To Die o di Devil’s Arcade, è perché il deserto
che raccontano non è in Arizona, ma in Iraq o in Afghanistan.
La vecchia e traballante Europa allora sembra essere diventata per Steve
Wynn un “rifugio della mente”, un sogno mascherato da una tazza di caffè
o da un ponte in mezzo alla città. Per tutto questo Crossing Dragon Bridge
è da prendersi, come suggerisce lo stesso Steve Wynn, come un omaggio
alle atmosfere e alle vibrazioni di una città nel cuore dell’Europa e
a un tentativo di aprirsi orizzonti ancora tutti da scoprire. Anche se
il ponte metaforico tra il “cult artist” del rock’n’roll e l’interprete
a tutto tondo, Steve Wynn l'ha già superato con grande savoir faire e
pure con un filo di magia.
(Marco Denti)
www.stevewynn.net
www.bluerose-records.com
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