inserito 03/12/2008

Mark Olson & Gary Louris
Ready for the Flood
[
New West
 2008]



Era nell'aria da tempo: come non farsi attrarre dal fascino di una reunion simile, con le voci di Gary Louris e Mark Olson che riportano indietro il calendario a dodici e più anni fa, a quella dolorosa ma in fondo naturale separazione che era seguita al tour di Tomorrow the Green Grass, ognuno con obiettivi molto distanti nella vita e nella carriera. Louris aveva preso saldamente il timone dei Jayhawks, con risultati alterni ma anche di grande prestigio artistico (Rainy Day Music su tutti), Olson aveva preferito una dimensione più raccolta, ritirandosi con Victoria Williams e la sua famiglia allargata di musicisti nel deserto di Joshua Tree. C'erano già state occasioni per un ritorno di fiamma tra i due amici: se ricordate prima fu la volta del brano Say You'll Be Mine nel disco December's Child di Olson, quindi della più recente tournè acustica del 2006.

E' proprio da quel periodo di ritrovata simbiosi che prende spunto l'idea per Ready for the Flood, lavoro concepito e registrato in realtà precedentemente rispetto agli ultimi album solisti dei due (le session si sono tenute in California nel gennaio del 2007), ma reso disponibile soltanto oggi e con un'uscita posticipata per il mercato americano al prossimo gennaio. La spasmodica attesa gioca spesso brutti scherzi e sarebbe disonesto non sottolineare una certa freddezza iniziale nei confronti di un disco così dimesso, pastorale nella sua atmosfera ostinatamente folk. Scorretto e anacronistico però attendersi una riedizione dei Jayhawks, perché Ready for the Flood pare soprattutto nascere da un'esigenza di Louris e Olson di ritrovarsi come compagni sulla strada, azzerando il passato, anche le diatribe, per cercare soltanto l'anima delle canzoni. Allora ben venga il suono asciutto, prevalentemente acustico che ha donato il bravo produttore Chris Robinson (Black Crowes) con un manipolo di strumentisti dell'area folk californiana (Ben Peeler al bajo e dobro, Jason Yates all'hammond tra gli altri): sembra piuttosto un ritorno agli esordi di Blue Earth (la bluesy Chamberlain, SD, la dolcissima Bicycle), addirittura alle prime demo registrate per l'ormai introvabile debutto The Jayhwaks del 1986 (alcune canzoni, Black Eyes, When The Wind Comes Up hanno ancora il sapore di semplici bozzetti, voci chitarre e nulla più), quando di alternative country non parlava ancora nessuno.

Di tanto in tanto però lo stile che poi evolverà nella formula Jayhawks può essere colto anche in queste disadorne ballate: The Rose Society e Doves And Stones sfoggiano il marchio della ditta Olson & Louris lontano un miglio, non ci si può sbagliare e nel fare risorgere certe atmosfere tra West Coast, Neil Young e Simon&Garfunkel rimangono ancora dei maestri. Lo dimostrano l'accogliente melodia di Turn Your Pretty Name Around, quella più roots di Bloody Hands, una folk song che sa di Appalachi, per giungere al finale di The Trap's Been Set, che possiede una tinta di gospel fra le righe. Come sempre tutto risuona molto poetico, naif, anche nei testi così malinconici e introspettivi: da una session sorta in maniera così spontenaea non si poteva probabilmente chiedere di più...a patto che ci prendano gusto e tornino a ripensare in grande, altrimenti Ready for the Flood resterà soltanto un gradevole amarcord.
(Fabio Cerbone)

www.myspace.com/readyfortheflood
www.newwestrecords.com


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