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Cass
McCombs
Dropping The Writ
[Domino/
Self
2008]
Il nome di Cass McCombs era già apparso su queste pagine in uno
"shortcut" del 2003, dove presentavamo il suo ep di esordio (Not The Way)
con più curiosità che entusiasmo. Da allora abbiamo perso di vista questo
giovane cantautore di Baltimore, autore nel frattempo di due album usciti
senza troppi clamori (A del 2004 e PREfection del 2005), grazie ai quali
il ragazzo si è solo confuso nella folla dei nuovi involuti folk-singers
della scena indipendente. Ma con Dropping The Writ Cass
approda ad una nuova etichetta discografica e "rimette il mandato" da
indie-folksinger per diventare qualcos'altro. Sì, ma cosa?. Proviamo a
ragionare: McCombs è alla ricerca di uno spazio suo e decide di volgere
la sua musica là dove la massa è meno spessa, verso un progressive-folk
con punte brit-pop e spruzzi di follia formale mista a rispettosa canonicità.
Non si è capito molto, vero? Riproviamoci: provate ad immaginare cosa
succederebbe in uno studio di registrazione se i Lambchop decidessero
di svoltare verso il british-sound fondendosi con i James era-Laid, ma
forse preoccupati di non essere più abbastanza "roots-oriented", decidessero
a metà strada per una soluzione in bilico tra chitarre americane, tentazioni
folk e vocalizzi da vintage-new-wave-pre-dark-era. Non ci siamo ancora
eh?. Proviamo descrivendovi le singole canzoni allora: McCombs prova a
stupirci fin dall'inizio con i 4 minuti di ipnosi arabeggiante di Painkiller,
tenta di ammansirci con il suadente pop di That's
That, ci annega negli impasti vocali di Petrified
Forest, fa prove di diverse tonalità (ha una gamma di falsetti
da far invidia ad una corale da oratorio) per fare di Morning
Shadows una perfetta soft-pop-acid-folk-song. Chiaro no?....No?
E se vi parlassimo di quando Cass tenta la via della brit-music d'altri
tempi in Crick In My Neck, probabilmente
un (bel) brano rubato dal taschino a Morrissey mentre questi gli firmava
un autografo, o quando in Full Moon Or Infinity
gioca al "quiet is the new loud" un po' in ritardo sui tempi?
Non avete ancora afferrato di quale sound stiamo parlando? Allora cominciamo
a sudare freddo, perché la melodia un po' pastosa di Windfall
la inquadriamo anche, ma i 6 minuti finali di Wheel
Of Fortune/Healing mettono insieme talmente tante idee e influenze
che ci gira ancora la testa solo a pensarci. Un disastro vi state chiedendo?
Macchè, il bello di questo pastrocchio è che è pure fatto bene, curato
nei suoni (quanti artisti pagherebbero per acustiche così cristalline
senza risultar fredde?) e definito nei particolari. Ma sapete qual'è la
cosa ancor più buffa? E' che il brano che rimane di più impresso è Pregnant
Pause, una semplice, canonica e scontatissima ballata acustica,
come a dire che a volte invece che molte idee (ma ben confuse), ne basterebbe
una sola (ma ben definita) per raggiungere lo scopo.
(Nicola Gervasini)
www.cassmccombs.com
www.myspace.com/cassmccombs
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