inserito 23/01/2009

Falling Martins
Live At The Old Rock House
[
Falling Martins 2CD  2008]



Una band pressoché sconosciuta, difficile comprenderne il motivo. Appena inserito nel lettore il primo cd di questo doppio live mi sono infatti domandato come sia possibile: Oasis, la canzone che apre le danze, vale da sola il piccolo investimento richiesto per godere di un paio d'ore scarse di buona, ottima musica. I Falling Martins sono una band proveniente da St. Louis, Missouri, con già alcuni dischi alle spalle. Quello che colpisce è la semplicità con la quale il quintetto mescola le influenze in un blend decisamente accattivante e un suono splendido, contaminato da un piano in perpetua evidenza che talvolta lambisce gli angoli della E Street per divagare sulle strade della pure American music. Il perno è rappresentato da Pierce Cask, voce, penna e chitarra, e Paul Tervydis, straordinario al piano e alle tastiere, l'autentico valore aggiunto della band che insieme a Rich Wooten dà una mano anche in fase di composizione.

Inutile citare i soliti noti, le influenze partono da Bob Dylan, passano per The Band e giungono fino a noi senza lasciare al caso i sentieri battuti dal country, dal folk e da quel pop che sembra amalgamare tutto. Non una jam band, anche se talvolta le code strumentali si lasciano docilmente accarezzare, ma una solida impalcatura di equilibrio e ispirazione. A parte due cover, I Must Be High dei Wilco (peraltro eccellentemente resa) ed Helpless di Neil Young, gli altri brani sono farina del loro sacco, effettivamente ricco di sorprese. Quello che traspare è principalmente una maturità invidiabile, unita a una padronanza dei vari strumenti e a un'alta qualità di composizione, caratteristiche queste che potrebbero garantire tranquillamente ai Martins un posto al sole se i discografici, quelli che dovrebbero veramente ascoltare i dischi, non fossero sordi alle peculiarità che oltrepassano il fossato del mediocre attualmente in voga. Ho citato Oasis perché non è possibile non rimanerne affascinati: eppure si tratta di una composizione semplice nella sua struttura, ma traboccante di intensità, con un refrain da colpo al cuore e il piano che sembra riportare il rock, quello che conosciamo, sui binari che lo hanno fatto viaggiare controvento.

Ma sono molti i brani da menzionare, chi ama questo genere di musica ritroverà se stesso nel Cincinnati Skyline, con un intro che sembra rubato a Bruce Hornsby, oppure sul Nostalgia Train, passando attraverso Sunshine Slowdown, con un incedere che non può lasciare indifferenti (e soprattutto immobili sulla sedia). Il secondo cd continua a correre a mille, con il rock dipinto di bluegrass di Loser's Game e le intuizioni che carezzano Especially You, Garage Rock Salvation e Back To You. Non ci sono pause, non ci sono flessioni, le jam strumentali arricchiscono un bagaglio di sensazioni che si stemperano al calore di una manciata abbondante di belle canzoni. Il rock non è morto, ci mancherebbe altro. E il suo futuro non sono certo i nomi che vedo scorrere sui blog.
(David Nieri)

www.fallingmartins.com
www.myspace.com/fallingmartins


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