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Autumn
Defense
Autumn Defense
[Broken
Horse / Good Fellas
2008]
Giunta a questo punto l'avventura discografica degli Autumn Defense
potrebbe non essere del tutto estemporanea. L'omonimo terzo lavoro accresce
le ambizioni della band, inizialmente liquidata quale side project dei
ben più blasonati Wilco. Tutt'ora la fedele permanenza di John Stirratt
al fianco di Jeff Tweedy non pare minacciare alcuna separazione, eppure
non è difficile pronosticare un interessante percorso parallelo per questa
formazione, nata dalla condivisione con il songwriting di Pat Sansone
(altro transfuga dei Wilco) e aperta ai contributi di numerosi musicisti.
A questo giro gli studi casalinghi di Chicago (guarda caso gli stessi
in cui è nato Sky Blue Sky) hanno dato ospitalità alla sezione ritmica
formata da Brad Jones e Greg Wieczoreck, al flauto di Jim Hoke,
ai fiati di Steve Tyskaa e soprattutto agli archi di Chris Carmichael.
Sono difatti gli arrangiamenti al velluto di questi ultimi a stendere
quella patina di morbida West Coast che pervade buona parte del disco,
simboleggiata dall'apertura di Canyon Arrow,
nella sostanza una riedizione ben congeniata e sotto mentite spoglie delle
armonie di Crosby Stills & Nash. Ballate che accarezzano, anima pop nascosta
fra le pieghe di chitarre acustiche e cura delle parti vocali sono il
leit motiv di una raccolta che si scioglie in bocca come una caramella
dolcissima. Volutamente retrò in alcuni passaggi - tra le sensuali movenze
soul di una Feel You Now memore della
lezione di Marvin Gaye e il pizzicare lieve a tempo di bossanova di City
bells - Autumn Defense è certamente opera di
bella calligrafia ma al tempo stesso dimostrazione di un songwrting maturo
e accorato, che si riflette anche nei testi spirituali e intimisti. Sansone
e Stirratt fanno a gara rincorrendosi alla voce solista, finendo in partità
il match per palese comunanza di intenti: adagiato su un candido lenzuolo
pop il primo, grazie all'eterea melodia di This
Will Fall Away ed una beatlesiana
About to Change, condotta dal pianoforte; più incine alle radici
folk il secondo, rispettando in questo i suoi trascorsi artistici, e dandone
prova concreta in Estate Remains e
Winterlight.
Tuttavia non c'è traccia di eccessiva accondiscendenza in questi episodi,
lontani sia dalla forma del folk rock più tradizionalista, sia dall'opera
di aggiornamento attuata dai Wilco. L'accostamento con questi ultimi è
facile ma parecchio ingeneroso, anche perché l'obiettivo degli Autumn
Defese sembrerebbe piuttosto concentrato sul recupero di una precisa stagione
musicale, sfiorando a volte un revival fine a se stesso. Conviene perdonare
qualche abbondanza di zucchero, se i risultati sono infine l'impasto acustico
di I Knew It All Along e la delizia
westcoastiana di Simple Explanation,
per non parlare di un piccolo gioiello country rock intitolato We
Would Never Die: compare una pedal steel (John Pirruccello),
l'ospite Nels Cline alla chitarra solista ci mette lo zampino,
e pare di sentire i migliori Jayhawks.
(Fabio Cerbone)
www.theautumndefense.com
www.brokenhorse.co.uk
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