inserito
23/05/2007
|
The
Nightwatchman 1/2 Non smetteremo mai di ringraziare
George Bush Jr. per aver ridato linfa vitale e un nuovo significato all'espressione
"canzone di protesta". L'elenco dei dischi e degli artisti che hanno trovato
forze creative nel dissenso per la sua politica è lungo, e spesso ne abbiamo
già ampiamente parlato in questo sito. L'ultima parola sull'argomento
(o la prima della prossima campagna elettorale…), prima dell'imminente
cambio della guardia, l'ha voluta avere Tom Morello, l'ex chitarrista
dei Rage Against The Machine e più recentemente degli Audioslave, oggi
pronto a reinventarsi una carriera con il più che significativo pseudonimo
di The Nightwatchman. La sorpresa in questo caso è il linguaggio
scelto dal battagliero artista, quello di una folk-song alla Woody Guthrie,
ispiratore d'obbligo in materia e palesemente evocato in Maximum Firepower,
quando Morello declama che "Tonight I'll prove That this machine here
Well it kills fascists too". Dimenticatevi pertanto le rigorose schitarrate
prestate alla voce di Chris Cornell, date anche un colpo di spugna alla
violenta rabbia sprigionata dai RATM, perché One Man Revolution
è un sentito omaggio a tutte le forme di protest-songs di ben altra tradizione.
Oltre all'esempio di papà-Guthrie, è possibile infatti risentire echi
non lontani delle lotte anti-Thatcher di Billy Bragg (Union Song sembra
uscita da un disco come Workers Playtime) o degli sgangherati inni di
rivolta dei Pogues, perfettamente ricalcati nel singolo The Road I
Must Travel, di cui è possibile vedere on-line l'eloquente video/spot
elettorale. Altre coordinate le potrete trovare in Pete Seeger, Phil Ochs,
persino i Clash…non Dylan direi, perché sebbene Morello provi comunque
a dare una statura poetica ai suoi testi, mai però si ha l'impressione
che conti davvero sulla forma delle sue frasi per "fare letteratura" o
qualcosa di simile, come faceva il vecchio Bob anche nei suoi testi più
apertamente schierati. Morello va al sodo, dichiara che l'unica ragione
d'essere del disco è la "lotta alla corruzione dell'amministrazione Bush"
e non lascia nulla al caso, fa nomi e cognomi, e si premura di cantare
in modo chiaro e comprensibile perché il messaggio non venga frainteso.
Se dovessi dare un voto considerando i testi le possibilità sarebbero
una o cinque stellette, perché "il guardiano notturno" non lascia spazio
ai dubbi, o sei con lui o contro di lui, non c'è tempo e spazio per tergiversare
("The clock strikes the hour, Tonight we ride, You've got three more
seconds To choose sides"). Quello che invece mi interessa sottolineare
è l'aspetto squisitamente formale del disco, che qualunque sia la vostra
opinione riguardo alla politica americana, rimane un genuino e autorevole
disco di un folk antico, forse un po' scolastico, ma reso fresco da arrangiamenti
azzeccati (produce Brendan O'Brien, una garanzia) e una voce che
spesso scende dalle parti degli inferi vocali di Billy Bob Thornton. Se
non siete in vena di far rivoluzioni mettetevi pure comodi, qui oltre
a protestare si fa anche della gran bella canzone d'autore. |