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10/04/2007
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Gruff
Rhys Non ci capita spesso di battere
le autostrade delle radici del Galles da queste parti. Terra misteriosa
e nota per il carattere schivo e ben poco propenso alle luci della ribalta
del suo popolo, storicamente abituato a far da controaltare alla più esposta
Inghilterra, il paese si distingue anche per una lingua assolutamente
incomprensibile ai popoli latini, con radici celtiche molto estreme e
incontaminate, tanto che, a differenza dell'ancora molto diffuso gaelico
della vicina Irlanda, sta cadendo lentamente in disuso. Ce ne eravamo
accorti già nel 2000, quando i Super Furry Animals, band sulla
cresta dell'onda fin dall'era dell'ondata brit-pop di metà anni '90, aveva
pubblicato un album interamente in gallese intitolato Mwng. E ne abbiamo
avuto ulteriore conferma nel 2005, quando Gruff Rhys, il cantante
e chitarrista del gruppo, ha esordito con un interessante album intitolato
Yr Atal Genhedlaeth, anche questo interamente cantato nella sua lingua
madre, e con radici musicali che affondano le mani nella tradizione del
folk britannico. Ora Rhys torna con un secondo album che cerca una via
più accessibile al pubblico per il suo progetto musicale, riadottando
l'inglese e relegando il suo difficile idioma a due sole canzoni, tra
cui la divertente marcetta Gyrru Gyrru Gyrru. Inizia così un viaggio
nella radici britanniche che potrebbe davvero darci molte altre soddisfazioni
in futuro, perchè Candylion è un intelligente e completo
excursus sul genere. C'è il folk di The Court Of King Arthur, c'è
una splendida canzone come Lonesome Words, che richiama alla mente
le cosmiche ballate di Shawn Phillips, ci sono le influenze più alternative
di Cycle of Violence, dove davvero sembra di risentire i troppo
spesso dimenticati Mirò degli anni '90, per arrivare al pop stralunato
in stile Eels della title-track, di cui è stato girato anche un divertente
video con la deliziosa Lisa Jen, voce femminile dell'album. Rhys
maneggia tanta materia con l'esperienza e la maestria di chi ha calcato
palchi per più di dieci anni e si sente pronto a camminare con le proprie
gambe, rischiando anche qualcosa quando tenta strani esperimenti come
la ninna nanna in spagnolo di Con Cariño o quando ritorna sui terreni
più squisitamente brit-pop come Now That The Feeling Has Gone,
forse l'unico episodio "ordinario" della raccolta. Non tutto gira ancora
a meraviglia, il disco vive di lampi e di alcune ombre, ma ha il grande
pregio di incollarsi al lettore chiedendo ogni volta alle nostre orecchie
di scoprire qualcosa di nuovo che ci era sfuggito nell'ascolto precedente.
E il coraggio di chiudere con i 14 minuti di Skylon!, un lungo
e strampalato racconto di un artificiere coinvolto in un dirottamento
aereo, è segnale che l'artista è creativamente vivo e pronto a volare
alto. |