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08/06/2007
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Jayson
Bales & The Revival Facciamo volentieri la conoscenza
di Jayson Bales e dei suoi Revival, ensamble proveniente da Dallas.
Cruel & Unusual è il loro quarto album, anche se è il primo
registrato per un'etichetta (la Pampelmoose, diretta da David Allen dei
Gang Of Four) che gli garantisce un contratto per tre anni e una distribuzione
anche al di fuori dei confini statunitensi. Personaggio eclettico, amante
della musica come della letteratura americana (tra le sue influenze cita
"i McMurtry: padre e figlio"), si fa ritrarre nel suo sito felicemente
abbracciato a Kinky Friedman, si presta spesso a fare da spalla a Ray
Wylie Hubbard e nel suo sito ospita un blog dove si può parlare solo di
baseball e politica. Cruel & Unusual è un bel prodotto, curato fin dalla
allegorica copertina che rappresenta in quell'agnello che sbrana il lupo
tutta la voglia di rivalsa sociale e morale dei testi di Bales, a volte
quasi vicini a certo christian-rock rurale alla Caedmon's Call. 10 canzoni,
poche lungaggini e una doppia anima musicale equamente divisa tra brani
in puro stile alt-country e altri decisamente più blue-collar, pregni
di decise e salutari scariche di elettricità. I secondi si fanno decisamente
preferire ai primi, come l'invettiva moralistica di Las Vegas (It's
just Disneyland with better food) e la cruda X Street, più
o meno una Sodoma e Gomorra moderna, vero e proprio campionario delle
bestialità dell'America capitalista, dove le credit cards are the new
cocaine e dove si aggirano sconsolati personaggi come l' Eddie Vedder
tirato in ballo come simbolo del rock che aspetta una nuova occasione
per partecipare al delirio (..and there's a guy in a dirty flannel
shirt, looking for his next score, I think he had a hit back when, with
Jeremy in '91). Altro brano da notare è Lazarus Banquet Table,
comizio sulle politiche rurali dell'amministrazione americana, che ci
riporta per sound e toni ai tempi di Scarecrow di Mellencamp e alle lotte
dei Farm Aid degli anni ottanta. Sono queste le canzoni dall'anima più
rocciosa, ben pompate dalla produzione di Salim Nourallah, uno
che abbiamo già trovato alle spalle degli Old 97's e di Rhett Miller,
e soprattutto con la sua band, gli Happiness Factor. Altrove Bales prova
ad abbracciare gli umori del jingle-jangle rock in I Wonder Where You
Are Tonight, fa il verso al Ryan Adams di 29 nella ballata pianistica
Amy's Song, scrive una accorata canzone dedicata a Woody Guthrie
con Half Right, ma anche qui non va oltre la normale idolatria
da fan appassionato. Bella penna, voce e stile ancora nella media, qualche
margine di miglioramento, ma anche la sensazione che questo sia quanto
Bales si prefiggeva di raggiungere nella sua vita on the road: se lo incontrate
fermatevi pure con lui a fare rifornimento di buona american music, se
no procedete pure oltre. |