inserito
21/06/2007
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The
Apples in Stereo
"Uh Oh Uh
Oh Turn up your stereo": è racchiusa in questi versi così leggeri,
volutamente superficiali la filosofia musicale che si cela dietro gli
Apples in Stereo: sono parte integrante di Can You feel It?,
canzoncina lussuriosa, esempio perfetto del pop scintillante ed effimero
che attraversa l'intero New Magnetic Wonder, ritorno sulle
scene per la band del Colorado dopo cinque lunghi anni di silenzio. Formalmente
in pausa di riflessione, ogni membro degli Apples in Stereo si era preso
il suo periodo di vacanza dedicandosi a progetti paralleli, salvo tornare
sui propri passi e constatare forse che l'unione fa la forza. Attorno
al leader Robert Schneider si è raggruppato così un collettivo
di musicisti variopinto, una lista lunghissima che include fra i tanti
il produttore Bryce Goggin e gli amici Jeff Magnum (Neutral
Milk Hotel), Bill Doss e William Cullen Hart (Olivia Tremor Control),
tutti in qualche modo coinvolti da una storia artistica comune. L'effetto
di questa seconda stagione di vita ha generato un disco ambizioso, prolisso,
diviso in ventiquattro tracce allungate dalla presenza di piccoli giochi
strumentali, stranezze e ingenue sperimentazioni. Tolti di mezzo questi
scherzi, alimentati da synth, tastierine, voci filtrate e persino imprevisti
recuperi di effetti come il vocoder (ricordate gli anni ottanta?), l'ossatura
del disco si mantiene in bilico fra decise tentazioni elettriche e riflessi
glam rock (l'apertura con la già citata Can You Feel It?, la successiva
Skyway), sconfinamenti in un suono pop ampolloso (Same Old Drag,
Radiation) e solare (Sunndal Song e Sunday Sounds,
entrambe con Hiliarie Sidney alla voce solista), divagazioni psichedeliche
(Beautiful Machine, Pts. 3-4) per cui la band era giustamente riconosciuta
ad inizio carriera. Non nascondono neppure i loro nobili padri ispiratori,
che restano alla fine i soliti noti: tra i santini di Brain Wilson e quelli
di Ray Davies, Beach Boys e Kinks verranno sicuramente tirati in ballo
anche questa volta e non possiamo evitare di ribadirlo sentendo Play
Tough o il breve bozzetto di My Pretend. Volendo si potrebbero
aggiungere anche i Beatles un po' burloni e allucinati del White Album
(vedi la filastrocca di Sun is Out). Nella girandola di citazioni
e sconfinamenti, New Magnetic Wonder fa girare un po' la testa, ma il
vero problema rimane il carattere troppo sottile di queste canzoni, la
loro ostentata innocenza. Interessante comunque segnalare la presenza
di contenuti speciali all'interno del cd: artwork, brevi filmati, musica
e testi per il pc a cui si accompagna un codice speciale che permetterà
all'acquirente di scaricare in via esclusiva dalla rete alcune bonus track.
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