inserito 18/07/2006

Counting Crows
New Amsterdam : Live at Heineken Music hall
[Geffen/ Universal 2006]

Giunge a sorpresa questa uscita dal vivo dei Counting Crows, esibizione catturata nel corso del tour europeo del 2003 in Olanda, a supporto di Hard Candy, a tutt'oggi l'ultima testimonianza di studio della band di Adam Duritz. Sebbene la qualità artistica della performance sia talmente elevata da scacciare qualsiasi scetticismo sul futuro del gruppo, di fatto New Amrsterdam, Live at Heineken Music Hall copre un pericoloso silenzio di quattro anni, nei quali le indecisioni e gli abbandoni (il bassista Matt Malley, presente in queste registrazioni, lascerà di li a poco tempo) hanno minato la sicurezza della band. Ombre che infine sono state dissipate soltanto in queste settimane, con l'annuncio che un nuovo disco è in lavorazione sotto le cure di Gil Norton (lo stesso produttore di Recovering the Satellites) e l'uscita prevista per il 2007. Accantonate dunque le riserve sullo stato di salute e sull'ispirazione generale dei Couting Crows, l'impatto con i sedici brani qui raccolti fornisce l'esatta fotografia di una band ormai padrona del proprio repertorio, capace di definirlo nei minimi dettagli e di completarlo con versioni spesso superiori a quelle originali di studio. Ciò avviene per lo meno nei casi di Richard Manuel is Dead, Good Time, di una esuberante Miami, e dell'accoppiata pop strepitosa formata da St. Robinson In His Cadillac Dream e Hanginaround. Di fatto un live ufficiale lo avevano già licenziato qualche anno fa, subito a ridosso del successo milionario ottenuto con i primi due dischi di studio, ma mentre il doppio in questione, Across a Wire, era perlopiù una testimonianza della crescita in pubblico dei Counting Crows, ancora frastornati dai consensi e giudiziosi nel trattare le loro canzoni, New Amsterdam possiede un'urgenza artistica che non mente sullo stato d'animo del gruppo. Lo confermano le intersezioni fra l'organo e il piano del bravissimo Charlie Gillingham e le chitarre di Dan Vickrey e David Bryson, con l'imput non indifferente di David Immergluck, spesso terzo "incomodo" alla sei corde, oltre che titolare di mandolino e pedal steel. Le incognite sul futuro hanno così prodotto un suono che è "tutto e adesso", quasi fosse l'ultimo walzer di Duritz e soci e i sette minuti abbondanti dell'acustica Rain King in apertura sono la migliore introduzione a questo atteggiamento. Versione definitiva o poco ci manca, dove la cronica malinconia di Adam Duritz trova la sua dimensione ideale (e le versioni di Omaha e Perfect Blue Building non sono da meno) aprendo la strada ad un concerto in cui l'arte del folk rock e della canzone rock americana più classica è spinta ai suoi livelli più adulti e consapevoli. Bilanciato fra vecchi e recenti cavalli di battaglia, New Amsterdam va oltre il semplice omaggio ai fan: è un buon punto di partenza anche per chi volesse comprendere la centralità dei Counting Crows nel mainstream rock di questi anni.
(Fabio Cerbone)

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