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inserito
28/09/2005
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Scorrono inesorabili i fotogrammi più cupi e angosciosi dell'America odierna
nel nuovo lavoro dei Walkabouts, un rientro folgorante che la Glitterhouse
avrebbe voluto accompagnare con qualche slogan ad affetto (The Glitterhouse
veterans return! l'idea di partenza), subito accantonato una volta
accortisi della assoluta imprevedibilità della band di Seattle, segreto
per restare sulla breccia anche a vent'anni dai loro esordi. Acetylene
non è solo il disco più duro, elettrico e politico (nel senso più ampio
e nobile del termine) che abbiano pubblicato in carriera, ma anche uno
dei più ispirati da molto tempo a questa parte. Va difatti ammesso che
le recenti evoluzioni di Chris Eckman e Carla Torgerson,
seppure coraggiose, alla ricerca di un suono affascinante e intenso, un
folk rock sempre più rarefatto ed elegante, si erano forse perse in un'attenzione
troppo marcata verso gli arrangiamenti e i contorni. Acetylene guarda
ad una sostanza più cruda, si volge indietro agli anni della gioventù,
tanto al punk rock quanto alla schiettezza di dischi come Scavenger e
New West Motel, nonostante non assomigli precisamente a nulla di quello
proposto in passato. Anche il rientro in pianta stabile di Michael
Well al basso, assente dal 1996, contribuisce a ricreare l'atmosfera
giusta, mettendo in fila la line up storica dei Walkabouts e soprattutto
un rinnovato interesse nel leggere attraverso la lente della musica la
desolante realtà umana d'America. Non lo si prenda come un classico esempio
di rock protestatario: il songwriting di Chris Eckman procede per immagini,
incubi e visioni, schegge di verità che si accompagnano ad un forma di
ballata rock desertica. Tagliente fin dalle prime note di Fuck Your
fear, angoscioso e affilato nelle sferzate chitarristiche di Coming
Up for Air, Acetylene non va per il sottile e mette in campo un suono
ruvido, agli antipodi delle reffinatezze di cui i Walkabouts erano capaci.
Anche la grazia della voce di Carla Togerson, a proprio agio nella dilatata
Whisper (con l'intervento di una sezione fiati) si deve spesso
piegare alle esigenze di esecuzione: in Devils in the Details è
travolta dai feedback delle chitarre, mentre la sua interpretazione in
Have you Ever Seen the Morning? (alla chitarra solista Al Deloner
dei Midnight Choir) annuncia tutta la tensione e l'urgenza che hanno accompagnato
le registrazioni del disco, avvenute proprio durante l'ultima campagna
elettorale che ha portato alla rielezione di Bush. L'incubo in cui quest'ultimo
ha infilato la nazione si palesa nell'inquietudine di Kalashnikov
e della stessa Acetylene, rock'n'roll dagli accenti garage-psichedelici,
che raggiunge il climax nella magnificente cavalcata desert rock The
Last Ones, a spegnere le luci su un "signor disco". |