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inserito
il 04/07/2005
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Sottotitolato Songs of Woody Guthrie (and tale Worth telling) volume
II, Woodyboye è il seguito di una bella avventura,
partita con entusiasmo pochi anni fa, quando Joel Rafael, songwriter
di classica impostanzione folk residente a San Diego, decide di dare forma
al proprio sogno: rileggere alcune pagine, anche inedite, del vasto canzoniere
del leggendario folksinger Woody Guthrie. Con alcuni dischi indipendenti
alle spalle, un relativo successo nei circuiti folk e diverse partecipazioni
a prestigiosi festival, Joel trova appoggi disinteressati, finendo per
incidere Woodeye per la Inside recordings di Jackson Browne. Un
atto d'amore che risulta anche un prezioso lavoro musicale, accolto positivamente
da vecchi e nuovi adepti di Guthrie. Woodyboye è il degno seguito,
costruito con la stessa passione e quella disarmente semplicità
che contraddistingue un disco simile. Questa volta l'attenzione si rivolge
alla parte finale della vita e della carriera di Woody e ad alcune canzoni
mai musicate, consegnate a Joel dalla figlia Nora Guthrie, seguendo l'esempio
di Billy Bragg e Wilco di qualche anno fa (è presente infatti una
versione di Way Over Yonder in the Minor Key, con la musica di
Bragg). L'approccio della Joel Rafael band è meno fantasioso
ed eccentrico forse, ma la competenza e l'amore bilanciano la situazione:
sulle fondamenta acustiche e intimiste create da Joel Rafael (voce
e chitarre acustiche), dalla figlia Jamaica (violino e cori) e
Carl Johnson (chitarra solista) si innestano le preziose presenze
di Van Dyke Parks (piano, accordion), le persussioni e la batteria
di Mauricio Lewark, il basso di Will Landin, più
alcuni ospiti di prestigio. Questi ultimi si sentono forte e chiaro in
Stepstone, dove le voci di Arlo Guthrie, Jackson Browne
e Jimmy LaFave si alternano a quella di Rafael nel tratteggiare
una ballata corale e romantica. Ma è tutto il disco a commuovere
nella sua purezza country folk: Rangers Command e Ramblin Reckless
Hobo profumano di praterie e grandi spazi, tratteggiando un'America
profonda e sognatrice; Sierra Blanca Massacre (unico brano scritto
interamente da rafael) e Circle of Turth si colorano di border
music e raccontano storie di disperazione; Dance Around My Atom Fire
e Heaven My Home sono inclini alla malinconia e alla paura, nella
prima le note del violino al centro della melodia, nella seconda un coro
gospel (The Burn Sisters) a condurre il canto verso il Sud. Un'aria
rurale si impossessa infine di Two Good Men, dedicata alla tragedia
degli anarchici italiani Sacco e Vanzetti (per chi ancora da queste parti
non avesse capito il destino di ogni emigrante...), tra gli episodi più
commossi del disco insieme al finale di Love Thyself, con i cori
di Jennifer Warnes. Prezioso |