Crooked Fingers - Red Devil Dawn Merge/Wide 2003

 

Ci avete fatto caso che gran parte dell'ultima generazione indie-rock americana sta riscoprendo la bellezza senza tempo della tradizione? Tanto è vero che di recente alcuni dei contributi più significativi sono giunti proprio da personaggi quali Songs: Ohia, Smog, Lambchop, Cat Power e via discorrendo. Faccio questa premessa perchè il nuovo lavoro (si fa per dire, è uscito da un anno sul mercato americano) dei Crooked Fingers conferma esattamente queste impressioni: una raccolta tenera e passionale di sontuose ballate folk-rock, filtrate attraverso la sensibilità di un musicista cresciuto con i suoni tipici dell'underground americano degli anni novanta. Infatti dietro la sigla Crooked Fingers si cela principalmente la figura di Eric Bachman, già leader degli Archers of Loaf, beniamini alternative-rock della scena del North Carolina, con i quali ha trascorso molta parte della sua carriera. I Crooked Fingers nascono nel 2000 come valvola di sfogo per la componente più tradizionale della sua scrittura. Red Devil Dawn rappresenta dunque l'aspetto più da songwriter di Bachman, che avendo dalla sua una voce strepitosa, rauca e poetica, riesce a calarsi nel ruolo con successo. Spesso sembra di trovarsi di fronte un novello Neil Diamond che tenta di interpretare il repertorio dello Springsteen più malinconico e folkie. I paragoni sono da prendere con le pinze, semplici sensazioni: le ballate dei Crooked Fingers hanno certamente i sapori di una volta, investite però da un suono assai personale. Le chitarre acustiche che conducono la fantastica Big Darkness, così come You Can Never Leave, sono sostenute da una sezione d'archi (violoncello e violino), quasi a creare una strana forma di folk-rock da camera. In You Threw a Spark e Sweet Marie compare anche una tromba (Roger V. Ruzow) che aggiunge delle colorazioni mariachi, stemperando la malinconia generale del disco. L'idea mi pare vincente perchè invece di scadere nella melassa, tutte le canzoni conservano un carattere forte, crudo, un romanticismo amaro degno di Tom Waits e Leonard Cohen, ben visibile soprattutto nei brani più riflessivi come Don't Say a Word, Carrion Doves o la dolcissima Boy With (100) Hands. Red Devil Dawn è un disco di una bellezza naturale, fuori del tempo proprio come tutta la migliore musica d'autore americana
(Tommaso Piccoli)

www.crookedfingers.com