Mick Hargreaves
Redemption Center
M.H.
2001


1/2


Comincio ad avere le vertigini di fronte al panorama di outsiders che popola la periferia musicale d'America: le possibilità di esplorare ogni singolo territorio della provincia roots cominciano davvero ad essere proibitive. E' il limite della scena stessa (troppe bands, troppe etichette, leggi troppa concorrenza ed inevitabile scadimento della qualità media), ma anche il suo inconfutabile fascino, sintomo dell'esistenza di un immenso mondo underground che se ne infischia bellamente di tutte le regole del mercato e continua a credere in un pugno di canzoni. Mick Hargreaves, che ha legato il suo nome a diverse band indipendenti locali, tra cui si ricordano i Ghost Rockets, sorta di piccolo mito del circuito roots-rock cittadino, ne ha raccolte parecchie: brani che aveva sparso nel corso della sua lunga carriera ai margini, e che trovano finalmente una collocazione unica in questo Redemption Center. Con una qualità sonora ed artistica altalenante, frutto della diversa provenienza di queste registrazioni, il disco paga indubbiamente l'inesistenza di una precisa produzione, riservando tuttavia tra le pieghe dei suoi dodici episodi, qualche piacevole sorpresa. Sbalzi di umore musicale dunque in Redemption Center, che coglie però nel segno con alcune ballate folk-rock dal passo epico (See what you can make with this e Always Come sembrano sbucare dalla metà degli anni ottanta) e qualche ruvida traccia di rock da strada maestra (coinvolge il sound chitarristico di Be like you). Il resto si barcamena tra atmosfere acustiche a rischio di noia e qualche buono spunto tinto di blues (Hard to get) e country rurale (Headin' for the coast). Si fosse intervenuti con una produzione vera e propria, avremmo potuto spendere qualche buona parola in più

www.mickhargreaves.com