A.A.V.V.
Timeless: Tribute to Hank Williams
Lost Highway
2001




Credo si possa concordare unanimemente
sul fatto che la nascita della Lost Highway sia stato l'evento dell'anno in ambito di roots music, almeno da un punto di vista strategico, perchè la possibilità di promuovere a dovere artisti quali Ryan Adams, Lucinda Williams o l'outsider Billy Bob Thorton in tutto il mondo, godendo di una distribuzione imponente, è fatto non da poco per le sorti del rock americano più tradizionale. L'augurio è che l'operazione riesca al meglio e non venga nuovamente tagliata per gli ordini che spesso piovono dai piani alti. Sia Adams che la Williams sono della partita anche in questo intelligente tributo ad Hank Williams: intelligente perchè cerca di diffondere ad un pubblico più giovane, sulla scia anche dell'inaspettato successo di Fratello dove sei, una figura centrale, unica ed irripetibile della country music e di tutta la canzone americana in generale, capace di influenzare artisti dalle provenienze più disparate e di anticipare molti fenomeni moderni nati in seno al rock'n'roll. Un'operazione ben accetta dunque, ma anche un poco sprecata, a dirla tutta: non è affatto un tributo insulso questo Timeless, per carità, ma la sensazione è che, nonostante il cast stellare, il compito sia stato svolto dalla maggioranza con troppa sufficienza. Rari guizzi di genio nelle interpretazioni (su tutti il Beck di Your cheatin' heart e Keith Richard che trasforma You win again in un soul-rock da manuale) e molta passione a sopperire le lacune. Le sorprese più godibili arrivano dalla perfetta cowgirl Sheryl Crow (Long gone lonesome blues), dalla solita immensa Lucinda Williams (Cold, cold heart) e da un ruspante Bob Dylan (I can't get you off of my mind), mentre lasciano indifferenti Knopfler, Petty, Emmylou Harris e lo stesso Ryan Adams non sembra sbottonarsi più di tanto. Aldilà di tutto, un'ulteriore testimonianza della vitalità di zio Hank e della sua musica.

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