Centro-Matic
Distance and Clime
Munich
2001




Abbiamo sottolineato più volte l'intelligente eterogeneità dei prodotti di casa Munich e la curiosità che spinge l'etichetta olandese alla ricerca di formazioni che non abbiano approcci troppo ortodossi verso la tradizione (interessante esempio sono stati i Jackpot, una delle piccole rivelazioni della stagione), ed evindezino un background sostanzialmente estraneo al circuito dell'alternative-country. Non fanno eccezione i Centro-Matic, che nonostante le origini texane (provengono da Denton), tradiscono influenze che affondano nel punk-rock e in tutto quel fervido movimento post-punk sviluppatosi negli anni ottanta sul suolo americano. Hanno con ogni probabilità sbagliato decennio, ma non serve fargliene una colpa, perchè di band così poco allineate ai gusti della massa, anche quella presunta alternativa, continua ad esserci necessità: se non altro sono la dimostarzione che esiste ancora qualcuno a cui importa il senso proprio di una canzone. Will Johnson, attore principale dei Centro-Matic (voce, chitarre ed autore dei testi) è un piccolo genio della canzone pop deviata (Fountain of fire, Decorated equals), abile artigiano di un pop-rock agrodolce, infarcito di stridenti feedback alla Crazy Horse (Scrap the new rails, Janitorial on channel fail), furiose scariche punk (Truth flies out) rauche ballate acustiche (Tonight is not it, Call down the systems and the ranks) improvvisamente squarciate da scrosci di elettricità (la splendida To unleash the horses now). C'è un evidente comunanza d'intenti con il percorso artistico tracciato in passato dai Pavement, anche se l'approccio dei Centro-Matic sembra molto più aggressivo e comunque lontano dalla classica estetica low-fi: nel suo approccio sbilenco e nel canto sofferto di Johnson, Distance and Clime è in realtà un disco prodotto in maniera impeccabile (Matt Fence, anche batterista della band), un po' scontroso e cupo, ma che si rivela per il suo valore dopo ripetuti ascolti.

www.centro-matic.com